L’uso di sistemi di irrigazione ben progettati è fondamentale per evitare inutili sprechi d’acqua nel giardinaggio. Spesso una distribuzione errata degli irrigatori o una distanza inadatta tra di essi portano a una copertura disomogenea, con alcune zone che ricevono troppa acqua e altre che rimangono asciutte. Per garantire efficienza e rispetto dell’ambiente, è cruciale calcolare la distanza giusta dell’irrigatore, ottimizzando in base alla tipologia del terreno, alle dimensioni dell’area verde e alle caratteristiche dell’impianto.
Progettare un impianto efficiente: il rilievo iniziale
La progettazione di un impianto d’irrigazione inizia con un’analisi accurata del giardino. È consigliabile disegnare il perimetro dell’area da irrigare, indicando con precisione fabbricati, camminamenti e zone da escludere dall’irrigazione. Questo rilievo permette di stabilire la posizione ideale per ogni irrigatore e quantificare la quantità necessaria di acqua per ogni settore.
Si utilizzano spesso un foglio di carta millimetrata e un compasso, oppure software di disegno tecnico, per ricreare la planimetria. Si parte sempre dagli angoli dell’area, poiché rappresentano i punti di riferimento principali per una copertura uniforme. La disposizione degli irrigatori dev’essere poi integrata lungo il perimetro e, se necessario, completata con dispositivi a copertura totale nelle zone centrali.
Il calcolo della distanza ottimale tra irrigatori
Il principio fondamentale del calcolo delle distanze si basa sulla sovrapposizione dei getti, nota come copertura incrociata. In pratica, la distanza ideale tra due irrigatori deve coincidere con il raggio d’azione di ciascun getto: solo così ogni porzione di prato riceve la stessa quantità d’acqua da almeno due direzioni diverse.
Per esempio, se un irrigatore ha una gittata di 4 metri, occorre posizionare l’unità successiva esattamente a 4 metri di distanza. Nei giardini rettangolari, si inizia posizionando gli irrigatori a 90° negli angoli, per poi aggiungerli lungo il perimetro (con copertura a 180°) e, dove necessario, al centro (copertura a 360°). Se la copertura non è sufficiente, si aumentano le unità ma senza mai ridurre troppo la distanza, per evitare sovrapposizioni eccessive o zone sature d’acqua.
- Irrigatori statici: adatti per distanze di 3-5 metri tra una unità e l’altra, ideali per prati piccoli o disomogenei.
- Irrigatori dinamici (a turbina): raggiungono anche distanze superiori ai 10 metri e sono perfetti per grandi superfici regolari.
È determinante consultare le tabelle delle prestazioni degli irrigatori, che indicano la gittata in relazione a pressione e portata disponibili. In questo modo si evita di installare un irrigatore con una gittata eccessiva o insufficiente rispetto alle esigenze del giardino.
Risparmio idrico e sostenibilità ambientale
Calcolare correttamente la distanza degli irrigatori non significa soltanto risparmiare sulla bolletta, ma anche proteggere risorse preziose come l’acqua potabile. Un impianto mal progettato determina una serie di inefficienze: alcune zone vengono inondate, favorendo lo sviluppo di malattie nel prato, mentre altre rimangono secche e costringono a irrigazioni aggiuntive, aumentando il consumo idrico globale.
Tra le strategie per ridurre lo spreco d’acqua si trovano:
- La scelta di irrigatori adatti per ogni zona, privilegiando modelli regolabili o muniti di ugelli sostituibili.
- L’installazione di sensori di pioggia o centraline programmabili, che consentono di sospendere l’irrigazione durante o subito dopo gli eventi meteorologici.
- La manutenzione costante del sistema, per individuare e correggere tempestivamente eventuali perdite o malfunzionamenti.
Esempio pratico di calcolo
Immaginiamo di voler irrigare un prato di 10 x 7 metri. Si posizionano quattro irrigatori agli angoli, regolando ogni getto in modo che copra fino all’irrigatore opposto. Se ciascun modello scelto ha una gittata di 7 metri, la distanza tra gli irrigatori sarà di 7 metri. Se invece la gittata effettiva degli irrigatori è inferiore, per esempio 4 metri, sarà necessario aggiungere ulteriori irrigatori lungo il perimetro o al centro, per garantire che nessuna zona venga trascurata.
Se le aree di prato sono irregolari, occorre dividere lo spazio in settori più piccoli, adattando la disposizione e la distanza degli irrigatori per ciascun settore. In ogni caso, il criterio fondamentale è che il getto di ogni irrigatore dovrà raggiungere il vicino, sovrapponendone la copertura in modo da evitare zone morte (prive di bagnatura) o eccessi di acqua.
Come consultare le tabelle tecniche
Le tabelle delle prestazioni (normalmente fornite dal costruttore o reperibili online) permettono di selezionare il tipo di irrigatore in funzione di gittata, consumo idrico e pressione. Ad esempio, un irrigatore statico modello “570” con ugello tipo 12 ha una gittata di 3,8 metri: ciò significa che la distanza massima tra questi irrigatori dovrà essere appunto di 3,8 metri, suddividendo il prato in una griglia regolare dove ogni area sia bagnata almeno da due getti sovrapposti.
Fondamentale è anche il calcolo idraulico del sistema, per assicurarsi che la pressione disponibile sia adeguata a garantire la corretta funzione di tutti gli irrigatori installati.
Adattare il sistema alle stagioni
Durante i mesi più caldi o aridi, potrebbe essere necessario aumentare leggermente i tempi di irrigazione, senza però incrementare il numero di irrigatori o modificarne la posizione. Gli impianti più avanzati consentono una gestione automatica attraverso centraline di controllo che regolano la frequenza e la durata degli interventi in base alle esigenze reali del prato, limitando così sprechi inutili.
Un sistema efficiente favorisce il risparmio d’acqua, la salute del prato e il rispetto dell’ambiente. Monitorare e ottimizzare la distanza degli irrigatori è oggi una priorità per chiunque voglia un giardino verde ma responsabile, capace di rispettare le preziose risorse idriche senza rinunciare all’estetica e alla vitalità del proprio spazio verde.